Il Progetto

Se avete due soldini in tasca con uno potreste comperare del pane. Con l’altro dei fiori per rinfrancare lo spirito, o per alleggerire il peso della fatica necessaria a guadagnare i due soldini.
È sacrosanto oggi chiedersi dove va il mondo, e cosa faremo domani, viste le nubi fosche che sembrano addensarsi sul futuro del paese o su quello della nostra amata Torino. Ed è lecito preoccuparsi di come la gente si guadagnerà il pane. Ma è altrettanto interessante chiedersi come passeremo il tempo che dedichiamo a cercare i fiori per addolcire e ingentilire l’animo.
Le bocciofile per anni sono state il “dopo”lavoro dei nostri nonni o dei nostri genitori. Sono un luogo romantico e spartano che racconta le storie di un mondo, quello delle bocciofile, che forse non tornerà più come lo abbiamo conosciuto, ma che esiste e che resiste. E che nonostante tutto si trasforma. Sono il simbolo di una trasformazione silenziosa lenta ma inesorabile, che rinviano all’altra grande domanda, ugualmente importante. Come vive la gente oggi, cosa fa, come si muove, cosa compra, cosa mangia, come passa il tempo in cui non lavora.
Bocciofile Torinesi, nel suo piccolino, guarda al quotidiano, e cerca di capire dove va la Torino che fu capitale del Regno e poi dell’automobile e come cambiano le abitudini dei torinesi. E lo fa descrivendo il quotidiano, in particolare le piccole cose di tutti i giorni che segnano l’ordinario. Lo straordinario di questi tempi è molto meno appassionante.

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