L’86° Giro d’Italia è di Vincenzo Nibali. Il campione siciliano ha conquistato la vittoria con una schiacciante dimostrazione di superiorità nella tappa delle Tre Cime di Lavaredo, resa più ardua da una fitta nevicata.
Una tappa epica che di colpo ci ha riportato alla mente le immagini di campioni immortali come Coppi e Bartali. Neve, freddo e muri del 12 per cento gli ostacoli che Nibali ha saputo superare con una prova di intelligenza e forza fisica, sapientemente aiutato dai compagni della Astana, quei gregari spesso dimenticati dalle cronache sportive ma spesso fondamentali per consacrare un campione.
La neve e il maltempo che hanno costretto gli organizzatori a modificare il percorso, cancellando templi sacri del ciclismo come il Tonale, il Gavia e lo Stelvio non si sono fatti attendere sulle Tre Cime di Lavaredo, un sancta sanctorum nella storia del Giro.
Lo Squalo messinese ha tentato un primo affondo poi ha ripreso fiato gestendo con maestria le sue energie e riservando per gli ultimi 3,5 km l’attacco decisivo. Mentre la neve sferzava i volti trasfigurati dalla fatica la strada viscida si restringeva, per la pericolosa prossimità dei tifosi, ad una mulattiera. Nibali è scattato e nella sua scia si sono inseriti i colombiani Betancur e Uran Uran, gente abituata a pedalare su stradacce infernali. Un ultimo guizzo ha permesso al siciliano di salutare tutti ed andare a tagliare il traguardo da solo, lasciando dietro i due colombiani ormai devastati dalla fatica.
Domani la consueta “passeggiata” dell’ultima tappa. Poi, sul podio saliranno Vincenzo Nibali, il colombiano Uran e l’australiano Cadel Evans.
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