Mango è un piccolo borgo arroccato sulle colline che si ergono alle spalle di Alba, là dove la Langa scivola sinuosamente verso il Monferrato astigiano. Terra di uve moscato e boschi di nocciole che crescono sui terrazzamenti e sulle verdi colline che qui già somigliano più a quelle monferrine che alle cugine langarole.
Mango e l’Alta Langa meritano però di essere conosciute anche per altri particolari e in primis per aver fatto da sfondo alle fatiche letterarie di Beppe Fenoglio, tra gli scrittori piemontesi che meglio hanno saputo raccontare la guerra partigiana e la vita in Langa a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Il piccolo abitato di Mango, la frazione di San Donato e le vallette che si estendono tra un borgo e l’altro sono citate e dipinte da Fenoglio in quella che resta la sua opera più conosciuta, Il partigiano Johnny.
Fenoglio, il Moscato Doc e le piccole grandi eccellenze che questa terra meravigliosa sa offrire sono stati i protagonisti dell’evento “Ma il mio amore è Fenoglio”, una passeggiata attraverso i luoghi fenogliani organizzata dalle tre foodbloggers Alessandra Giovanile (ricettedicultura.com), Valeria Saracco (duecuorieunaforchetta.com) e Anna Bugané (cucinaprecaria.it) per rilanciare il territorio di Mango e l’enoteca regionale Colline del Moscato di Mango.
Una passeggiata piacevole che si è snodata tra i filari dei vigneti inondati da un sole caldo e generoso e tra i boschi in cui si muovevano silenziosi i partigiani di Fenoglio. Un itinerario intervallato da letture di passi de Il partigiano Johnny, de La Malora, Un giorno di fuoco e da un bicchiere ristoratore di Moscato fresco accompagnato dalla tradizionale torta alle nocciole e da gallette al Gorgonzola, uno degli accostamenti migliori per gustare a fondo il bouquet inconfondibile del vino.
Recuperando la tradizione dei nostri nonni e delle campagne piemontesi la passeggiata, dopo un ultimo tratto nei boschi di nocciole, si è conclusa con una ricca e variegata merenda sinoira a base di prodotti del territorio. Ad accompagnare i piatti della tradizione piemontesi una vasta selezione di vini che spaziavano dai bianchi Arneis, Cortese, Favorita ai rossi Dolcetto e Nebbiolo. E per chiudere lui, il Re Dolce, il Moscato d’Asti, vero protagonista della giornata.
Chi si fosse perso la giornata e fosse interessato a conoscere il patrimonio dell’Alta Langa non disperi, l’evento verrà ben presto replicato.
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