Lo stop alle licenze per i locali notturni a San Salvario non è certo la prima mossa adottata dall’amministrazione comunale per regolare la movida e i suoi eccessi. I tentativi di mettere dei paletti e normalizzare il fenomeno coprono l’ultimo lustro.
A cavallo fra il 2007 e il 2008 a San Salvario aprono i primi locali e subito si notano due aspetti connessi alla novità; i locali agiscono da presidio, rappresentano una sicurezza e spostano lontano i traffici dei pusher ma portano anche avventori che fino a notte inoltrata, in primavera e in estate, schiamazzano sotto le finestre.
Nascono così i primi problemi e i residenti costituiscono un agguerrito comitato deciso a riconquistare notti tranquille. Intanto nuovi locali continuano ad aprire i battenti e a creare una rete, anche insieme agli atelier e agli studi di artisti, che riesce in un obiettivo perseguito da anni a San Salvario: allontanare il malaffare e ripulire il quartiere.
Più locali significa anche maggiori disagi e continue proteste dei residenti. La prima ad intervenire è la circoscrizione Otto che escogita un accordo tra gentiluomini, denominato “patto da bar”. Un patto scritto tra esercenti, polizia municipale e residenti per limitare gli eccessi degli avventori. Raccolta dei rifiuti, schiamazzi, presenza di steward assoldati dai locali per redarguire i clienti più chiassosi e tavoli di confronto con i residenti e la polizia municipale per venirsi incontro sono i punti principali degli accordi.
In un primo momento i patti da bar sembrano dare gli effetti sperati ma nello stesso periodo San Salvario diventa il fulcro della movida, superando anche piazza Vittorio e il Quadrilatero Romano. Dehors ovunque, auto parcheggiate dove capita, intasamento delle strade a qualsiasi ora, capannelli di persone che sostano sugli angoli o davanti ai locali, biciclette legate agli angoli, muri che si trasformano in latrine e ogni mattina un tappeto di bottiglie, vetri, bicchieri e rifiuti di ogni tipo.
La circoscrizione tenta un’altra strada. Propone una pedonalizzazione soft e limitata soltanto alle serate dal giovedì al sabato – quando la movida entra nel vivo – con ingresso consentito soltanto alle auto dei residenti. La proposta cade però nel vuoto così come quella, avanzata da alcuni esercenti, di adibire corso Marconi a parcheggio per la movida.
Due anni fa il Comune decide di lasciare piena libertà alle licenze a San Salvario e di dare un giro di vite negli altri paradisi della movida. Ieri il passo indietro, stop alle licenze per un anno nel quadrilatero caldo.
Alessandro P.
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